Ansaldo A. 1
"Balilla"
- storia di un restauro
-
di Ermanno Molteni
SLIDESHOW :
Balilla - E.Molteni/Balilla.mp4
UN PO' DI STORIA
L’Italia
entra in guerra nel 1915 e dispone di alcuni battaglioni di aviatori
equipaggiati con vari tipi di aerei di produzione sia nazionale che
francese. Gli aerei vengono principalmente usati per la ricognizione e
l’osservazione di movimenti di truppa e dei tiri di artiglieria ma, siccome
il nemico non vuole essere spiato, manda i suoi aerei a contrastare l’azione
dei velivoli avversari ed è così, per controbattere il nemico, che
incomincia a formarsi l’aereo cacciatore.
Gli aerei di
cui dispone l’Italia sono fabbricati da varie ditte compresa la Macchi che
costruisce velivoli su licenza francese: Nieuport ed Hanriot. L’Ansaldo
produce un bellissimo velivolo: lo S.V.A. 5 che per la sua affidabilità
verrà scelto ed usato da D'Annunzio per il famoso volo su Vienna; compiendo
un tragitto di circa 1000 km senza scalo.
Dallo S.V.A.5,
l’Ansaldo svilupperà l’A.1 (la sigla indica che è il primo progetto Ansaldo)
con un’apertura alare ed una lunghezza inferiore ma munito dello stesso
motore S.P.A.6 da 200 CV.
Il prototipo,
collaudato da Stoppani nel 1917, viene provato da vari piloti da caccia
dell’epoca, tra questi Baracca, che lo trovano veloce e ben armato ma poco
maneggevole; verrà comunque distribuito ai vari reparti.
A fine guerra
verrà esibito per scopi commerciali in Sud America pilotato da Scaroni e da
Locatelli; verrà molto usato, negli anni venti, dalle aviazioni Polacca,
Lettone e Belga.
Di questo
aereo, la cui produzione si aggira attorno ai 200 esemplari, in Italia se ne
conservano due: quello del capitano Palli (A.1 n. 16552) attualmente al
museo Caproni di Trento e quello del tenente Locatelli (A.1 n. 16553) a
Bergamo in sede provvisoria dopo il restauro.
Questi aerei
furono consegnati ai due piloti il 25 agosto 1918, sul campo di
Bolzaneto-Genova, alla presenza dell’on. Chiesa (commissario generale per
l’Aeronautica), il sindaco di Londra e numerose altre autorità quale
riconoscimento per gli eccezionali voli a lunga autonomia che i due piloti
avevano compiuto con gli S.V.A.5.
I due aerei,
sui quali spicca l’emblema di San Giorgio, furono donati dalla Camera di
Commercio di Genova e, appunto in quella occasione, comparve il nome
“Balilla” prescelto per ricordare l’eroico ragazzo genovese (5/12/1746);
questo nomignolo dovrà poi rimanere per tutti gli A.1 prodotti.
L’aereo
donato a Locatelli viene trasferito, da lui, da Genova a Ponte S.Pietro e
poi a Padova-S. Pelagio sede dell’ 87° squadriglia della quale fa parte.
Usa questo aereo per effettuare alcuni voli di ricognizione sul Grappa e sul
Piave prima di essere abbattuto, il 15 settembre, su Fiume e cadere
prigioniero. Durante la sua prigionia l’aereo viene fatto volare, alcune
volte, da Francesco Ferrarin che, dopo il rientro dalla prigionia, lo
riconsegna a Locatelli.
Dopo la
guerra ed al rientro dalla missione commerciale-militare in Sud-America
questo aereo, di proprietà di Locatelli, effettua alcuni voli, tra cui uno
di propaganda elettorale ed, indi, viene messo a riposo. Locatelli dona
questo cimelio al Comune di Bergamo che lo sistema nel Museo del
Risorgimento in Rocca. Dopo una sessantina di anni, ormai arrugginito e con
la tela incartapecorita e lacera in più punti, viene finalmente sottoposto
ad un preciso restauro da parte del G.A.V.S. (Gruppo Amici Velivoli
Storici) che lo riportano al primitivo splendore per essere consegnato il
giorno 8 giugno 2003, dopo trenta mesi di lavori, alla città di Bergamo che,
per tale occasione, organizza una splendida giornata aviatoria sul campo di
Orio.
IL RESTAURO
Questa
operazione è stata effettuata nei laboratori di Leinì del G.A.V.S. in
due precise fasi:
1- smontaggio
e catalogazione dei vari pezzi con numerazione per la successiva
collocazione, stelatura delle ali e dei timoni (consegnando al Museo le
parti di tela con il dipinto che raffigura S. Giorgio per essere
conservate ed esposte);
2-
riparazione delle parti
danneggiate, sostituzione di quelle non recuperabili, ritelatura, montaggio
e verniciatura;
a) pneumatici
: le superfici adiacenti i cerchioni sono state spalmate di glicerina onde
ammorbidirli per poterli smontare; immersi in un bagno di glicerina per tre
mesi onde poter riacquistare l’elasticità primitiva, in seguito, sono stati
rimontati dopo aver introdotto un paio di camere d’aria confacenti,
b) parti
ferrose : montanti alari, traliccio del carrello ed altre parti sono
state smontate, pulite, sottoposte a cadmiatura, fosfatazione, applicazione
di antiossidante e, dove necessario applicazione di vernice antiruggine
grigia; i piccoli serbatoi posti al centro dell’ala superiore sono stati
riparati delle piccole e diverse ammaccature;
c) ali
e timoni : è stata rimossa e sostituita tutta la telatura dopo aver
eseguito un accurato rilievo fotografico per evidenziare la dislocazione
delle diverse macchie nonché la loro diversa tonalità, di colore, della
mimetica ed il sistema di stenditura e cucitura della tela; durante la
rimozione della tela di una semiala inferiore è stato rilevato che, dopo
l’agosto 1963, vi è stato sovrapposto uno strato di tela, in modo maldestro,
per una riparazione di fortuna (fa testo il graffito, trovato sotto questa
tela, lasciato da una ragazza: “Giuliana 8 agosto 1963 ore 11”); le parti
lignee, nonostante il perfetto stato di conservazione del legno, sono state
oggetto di quasi un centinaio di interventi per riparare o sostituire,
ex-nuovo, le centine; l’intervento più gravoso è stato quello di ricostruire
la parte terminale destra, dell’ala superiore, molto danneggiata e
deteriorata a causa della collocazione nella nicchia a contatto con la
finestra.
d) fusoliera
: è stata tolta la copertura inferiore in compensato, smontata la cabina
del pilota: sedile, cassetta munizioni, strumenti e motore; il tutto è stato
ripulito, riparato da piccoli danni mediante l’uso di colle speciali,
rimontato e riverniciato; il motore non è stato montato, al suo posto è
stato messo un simulacro mentre quello vero è stato ripulito e rimesso a
nuovo per essere messo in vista;
e) varie
: sono stai sostituiti i cavi d’acciaio armonico (diametro mm. 8) che
delimitano il perimetro del bordo d’uscita delle ali e dei timoni;
restaurato con colle speciali il parabrezza e rifatti i dipinti sulle
superfici superiori delle semiali inferiori ad opera di una pittrice
torinese.
Alla fine,
tutto è stato verniciato nei colori e nelle insegne di com’era all’origine;
le uniche parti dell’aereo non più originali sono, ovviamente per necessità,
solamente le parti telate mentre, tutto il resto, è originale.












GALLERIA