Terreno con neve.
di Andrea ed Antonio TALLILLO
Per molti teatri operativi, non solo per il fronte russo o le Ardenne, le superfici innevate furono una costante d’inverno, all’epoca della Seconda Guerra mondiale non c’era ancora l’effetto sera e gli inverni erano rigidi e con regolari nevicate, anche abbondanti. Se dovessimo affrontare l’ambientazione di un mezzo o la realizzazione di un vero e proprio diorama invernale dovremo prima controllare qualche foto d’epoca o, per chi abita nei posti ‘giusti’ attendere le prime nevicate per apprezzare come si presentano poi il terreno e gli elementi del paesaggio.
Per poter rappresentare realisticamente la neve, dopo vari anni di prove con farina – a costo di assomigliare a panettieri - zucchero a velo – col pericolo di diabete galoppante - neve sintetica spray (quella usata a natale per le decorazioni) si è arrivati vent’anni fa a scoprire un comunissimo materiale, reperibile nei supermercati a basso costo, e che presenta il vantaggio di poter essere poi usato se non digeriamo la mancata vittoria di un premio col nostro diorama. Bravi, avete indovinato, è il bicarbonato !
Senza nulla togliere ai vari prodotti reperibili nei cataloghi di alcune ditte italiane e straniere, il bicarbonato presenta effetti molto realistici e non c’è bisogno di usarne montagne. Ovviamente non va usato da solo, ma c’è da preparare prima il terreno, normalmente, con metodi non dissimili a qualsiasi altro tipo di terreno. Va da sé che esso prenderà valori plastici se non sarà una piatta tavola, ma se fisseremo alcuni rilievi, che dovranno avere bordi tondeggianti, su di essi poi la neve farà un figurone. Anche elementi come cespugli, rametti, staccionate, eccetera ovvero quasi qualsiasi cosa si elevi dalla superficie si potranno aggiungere nella fase preparatoria. Una volta inseriti nel terreno e poi coperti di neve, come vedremo, saranno punti in più per il realismo.
Lasciato asciugare il terreno, prima di preparare il bicarbonato esercitiamoci sulle superfici di vecchie ambientazioni per avere un minimo di padronanza col materiale. Esso va miscelato con acqua ed una parte di vinavil, più aggiungeremo acqua è più la miscela diventerà fluida, ma i tempi d’attesa diverranno lunghi.
E’ consigliabile usare un po’ di miscela per volta, in quanto è meglio applicare più strati, partendo dal primo per il quale useremo poca acqua per arrivare all’ultimo, magari un po’ allungato per rendere più trasparente la neve. Il tocco finale sarà, se l’aspetto fosse ancora un po’ troppo opaco, una leggera ma accurata verniciatura con trasparente lucido o con un fissante per colori ad olio, che daranno compattezza alla miscela ed un leggero traslucido molto realistico.
Secondo diverse necessità, per esempio neve sciolta od in fase di scioglimento su di un terreno erboso, neve ghiacciata su piante od altri elementi verticali e così via, potremo usare un po’ della miscela, unendovi vernice trasparente. Potrebbe anche non essere necessario coprire a tutti i costi ogni angolo del terreno della nostra ambientazione o diorama, un conto è voler riprodurre una semplice nevicata, un altro una vera e propria bufera…Infatti se le nevicata fosse stata breve, solo in certi punti del terreno e sopra a certi elementi ne rimarrà di più, mentre sul terreno magari sarà rimasta a mucchietti. Se invece vogliamo realizzare la neve più alta consigliamo di aumentare già il volume del terreno, alzando un paio di strati con gesso liquido, che dopo qualche giorno sarà pronto a ricevere l’ultimo strato, quello fatto col bicarbonato.
Ricordiamoci che la stessa miscela può essere aggiunta a quella che useremo per le sospensioni e la parte inferiore del mezzo. Ripassando qualche foto d’epoca, ci accorgeremo che ogni tipo di sospensione ‘trattiene’ la neve in un suo modo particolare e che spesso, a meno che non si tratti di neve fresca, anche parte del terreno viene compattato con essa.
Dove passa un veicolo o peggio ancora più d’uno, la neve non resta candida, anzi si forma una poltiglia di fango e neve che si deve staccare un po’ dall’uniformità del resto del terreno. Così, attorno alle sospensioni del mezzo e sulle tracce lasciate durante la sua marcia, aggiungeremo piccole o medie quantità della stessa miscela, resa già ‘sporca’ con punte di nero, grigio, marrone giallastro, allo scopo sono molto adatti gli acquerelli o le tempere fini, avremo ben presto della neve ‘da quadro ’ senza troppa fatica. Ricordiamoci di tenere da parte sempre un po’ di questa miscela di neve sporca, è una gran comodità sia per ultimi ritocchi attorno al carro – o sopra di esso, perché sarebbe un errore sporcare le sospensioni per poi lasciare immacolati i parafanghi e le parti dove può essere passato ed entrato l’equipaggio. Un po’ di neve pulita invece può essere benissimo rimasta sul mezzo, perlomeno negli angoli più riposti e sui parafanghi, difficilmente sul cofano motore a meno che il mezzo non sia rimasto fermo.
Naturalmente, un’ultima spruzzata di vernice trasparente darà più uniformità agli ultimi ritocchi.
Per quanto riguarda la colorazione del mezzo da ambientare, la logica vorrebbe che anch’esso fosse mimetizzato all’uopo, ma non è detto, ci furono molti casi nei quali, per diverse ragioni, non si poté usare una mimetica ‘invernale’ ed i mezzi furono usati nel colore di fondo. Nulla di male, c’è solo da ricordarsi che su certi colori come il panzergrau, il verde sovietico o l’olive drab americano la neve spiccherà anche troppo, su altre combinazioni come per esempio le mimetiche tedesche post- 1943 l’effetto sarà più banale, per quanto ci applicassimo a fondo.
Le combinazioni, per le mimetiche invernali, vanno da un bianco da muri dato alla "sperandio" ad elaborazioni più sofisticate, di recente è uscito un bel libro sulle mimetiche sovietiche e si è potuto scoprire che anche in quell’esercito, se si aveva tempo e voglia, ci si poteva sbizzarrire in modi che il modellista ha conosciuto solo ora. A volte si lavora mesi su di un mezzo, e poi lo si lascia da solo nella neve, così tutti gli interventi non diranno poi molto allo spettatore : se invece aggiungeremo l’equipaggio o della fanteria vicino, il tutto avrà più sapore. I figurini, con le loro uniformi, dalle più improvvisate a quelle più funzionali, potranno suggerire più di molte spiegazioni, il senso di una scena, storica o storicamente plausibile.
Alcuni suggerimenti ? Perché non provare con uno Sherman canadese nella campagna d’Italia, un Panzer I in Norvegia nel 1940, un Chi-Ha giapponese in Cina o Manciuria ?
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