Breda  Ba. 39

 

-  scala 1/72  -

 

di  Enrico CALANCHINI

 

   Questo monoplano ad ala bassa a semisbalzo, che doveva svolgere compiti di addestramento e collegamento, fu prodotto in due versioni simili che si differenziavano soprattutto per i propulsori che davano alla prua aspetto diverso, oltre a un diverso disegno della pianta alare, ovvero i Breda 33 e 39, quest'ultimo anche  in versione S.
Il primo con un motore De Havilland Gipsy III da 120 CV , il secondo con motore Colombo S 63 da 130 CV . La versione 39, più performante e veloce, viene presentata nel Settembre 1932: il biposto partecipa al circuito delle Oasi, effettua un lungo raid attraversando tutta la penisola e negli anni successivi si classifica quasi sempre ai primi posti in molte competizioni sportive.
Il nuovo velivolo, oltre agli esemplari destinati a clienti privati in Italia e all'estero, è assegnato nel consistente numero di sessanta macchine a reparti militari per compiti di collegamento, furono realizzati anche due esemplari M.M. 254/255 a tre posti, (S), sempre in tandem.
   L'aereo aveva un'apertura alare di 10,48 mt. una lunghezza di 7,58 mt. superficie alare di 15,00 mq. e un peso totale di 730 Kg.  Del 39 e 39 S ne furono prodotti un centinaio di esemplari.
         
   L'esemplare che ho voluto riprodurre è quello  facente parte della R.U.N.A. di Forlì “ L. Ridolfi “, quindi un velivolo con marche civili oltre alla M.M. 55859.
La livrea, appare costituita da fusoliera e deriva color cachi avorio chiaro, vivacizzata da una striscia rossa sulle fiancate, al cui apice figura lo stemma della predetta R.U.N.A., la velatura è in alluminiata, (così l'ho interpretata) L'aereo era intitolato ad onorare Nino Todeschini, pilota, forse deceduto o decorato durante le operazioni in Etiopia o in Spagna (?).  
               
   Cos'era la R.U.N.A.? Di certo nulla aveva a che vedere con la simbologia vichinga. Dalla mia ricerca emerge che: tra i vari organismi che, in epoca fascista coaudiuvavano ed aiutavano la giovane Aeronautica, c'era la R.U.N.A. (Reale Unione Nazionale Aeronautica).
Si trattava di una Associazione che era articolata in sezioni sparse in molte province italiane e persino nelle colonie.
Essa disponeva di una flotta aerea autonoma, divisa in squadriglie. Il suo compito principale era quello di preparare i giovani, accuratamente scelti, al pilotaggio degli aerei civili, ma con l'obbiettivo di renderli disponibili ad eventuali e sempre crescenti esigenze delle forze armate. In questo modo, la R.U.N.A. facilitava il compito di reclutamento piloti delle forze armate perché i giovani, dopo essere stati addestrati a pilotare gli aerei civili, con un ulteriore e brevissimo addestramento sugli aerei militari, conseguivano il brevetto di pilota militare.
Ad esempio a Brindisi vi era una delle sezioni della R.U.N.A. e i suoi componenti erano dei delegati scelti con la collaborazione dei Sindaci di tutti i Comuni della provincia.
 
 
IL MODELLO:  Assemblaggio e finitura

    ll kit in scala 1/72 è dell'ormai scomparsa ditta d'oltralpe Dujin, in resina ,  è noto che questa ditta ebbe il merito di trattare numerosi e rari soggetti italici , che, per essere indulgenti,  di fattura di certo non competitiva con gli standard attuali, ho cercato perciò di ottimizzare il risultato come meglio ho potuto.  Esistono anche i kit  di ambo le versioni della Choroszy nella stessa scala, di miglior fattura, ma siccome io non butto niente, avendo il kit da anni, ho accettato la sfida.  
                    
   Dopo l'indispensabile eliminazione di bave e materozze, la reincisione e controllo, risultato positivo, delle misure degli ingombri, quello che prima appariva come un indistinguibile mucchietto di resina prende la forma di un kit. Prima di procedere, occorre fare  alcuni interventi minori, che sono costituiti : dal rifacimento ex novo dei sostegni in tubetto di rame da 0,9 mm. ovalizzato che collegano la fusoliera  all'estradosso alare e quelli più piccoli delle carenature dei carrelli, che necessitano anche di una modifica perché poco somiglianti nella loro parte retrostante, il pattino di coda è da fare ex novo, gli interni vanno arricchiti, sei tubicini  da 0,8 mm. in rame andranno a simulare gli scarichi motore, l'elica è passabile, come pure il cruscotto e i trasparenti termoformati, che ho  pensato di montare chiusi (meno si vedrà l'interno, meglio è...). 
 
   Chiusa la fusoliera, e aggiunti alcuni dettagli come le luci di navigazione e gli attuatori delle superfici di governo, mi sono apprestato a completare all'assemblaggio, che in verità è stato meno catastrofico di quanto immaginassi, i componenti sono andati assieme senza particolari problemi usando come mia abitudine la cianoacrilica in gel, naturalmente l'uso dello stucco è stato inevitabile, ma non in quantità eccessiva, è stato necessario comunque dotare di perni in metallo ali e impennaggi per irrobustire le  giunzioni.  Dopo la debita lisciatura ad umido delle stuccature, ho effettuato una pulizia totale con alcool, quindi ho applicato il primer, qualche ritocco è servito, ma tutto sommato nei limiti. 
 
   Come già detto,  ho lasciato chiusi i tettucci, e a proposito di questi, è da notare che  l'apertura e chiusura dei trasparenti  veniva azionata manualmente dall'equipaggio tramite maniglie che li facevano scorrere verticalmente per congiungere al di sopra le sezioni di destra e sinistra, (come nei Ro37 prima serie), probabilmente essi erano di materiale trasparente flessibile tipo celluloide o materiale simile, altro particolare è che tali sezioni alla sommità dei due tettucci, come da più foto appaiono, sono trasparenti ma brunite  a fungere da parasole.  
 
   La livrea, è costituita da cachi avorio 5 per la fusoliera , alluminio per ali ed impennaggi,  metallo naturale per la cover del motore, il tricolore caudale e la banda rossa in fusoliera sono colorati a mano, occorre poi particolare attenzione nel posizionare correttamente le decals delle marche civili sulle ali e all'applicazione delle tiranterie ottenute con sprue stirato e filamenti di fibra ottica, le superfici oscurate dell'abitacolo sono realizzate con cera Future con una goccia di marrone. I colori usati sono della gamma Puravest per l'avorio, humbrol 11 per la cofanatura motore, alluminio Model Air e  bianco rosso e verde sono  della Vallejo.
 
   A conclusione, considerando il kit di partenza, ritengo il risultato accettabile, ma, naturalmente, anche migliorabile.
 
 
 
           
 
 
           
 
 
 
               
 
               
 
               
 
 
 
               
 
 
 
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