Kawanishi N1K2-J Shiden Kai
- scala 1/48 -
di Diego BERSANETTI
Qualche tempo fa, ho avuto l’occasione di venire in possesso del modello, in scala 1/48 del Kawanishi N1K2-J Shinden Kai, uno degli ultimi caccia (non imbarcati) impiegati dalla Marina giapponese e, anche se questo tipo di aeroplani non rientra tra le mie “passioni” modellistiche, ho provato a montarlo. La prima impressione, guardando i pezzi della scatola, è stata positiva, dal momento che i dettagli sono ben riprodotti da Hasegawa e, anche un rapido montaggio a secco, ha messo in risalto la precisione dei pezzi. Il montaggio, a parte l’abitacolo e il motore (migliorati con le fotoincisioni Eduard) è stato rapido e l’uso delle stuccature limitato. Gli unici interventi di correzione hanno interessato il pannello nella parte inferiore della fusoliera (foto 3), e la sostituzione delle canne delle armi alari; nel primo caso ho asportato la plastica originale e chiuso il foro ottenuto con un pezzo di plasticare, mentre i cannoncini originali, sono stati sostituiti con dei tubetti di rame di diametro adeguato. Per l’abitacolo, come detto, ho utilizzato le fotoincisioni Eduard, comprendenti il cruscotto, il seggiolino e altri piccoli dettagli visibili nelle foto 1 e 2 . Il motore ha ricevuto un minimo di cura, anche se, a montaggio ultimato, non si vede molto: dipinto di nero il corpo, ho messo in risalto le aste dei cilindri e i fili delle candele (foto 4). A montaggio completato, il modello è stato dipinto interamente con una mano di vernice acrilica da carrozziere (Argento Mercedes); questo mi ha permesso, con un unico passaggio, di controllare la presenza di difetti e preparare il modello per la verniciatura finale (foto 5). A vernice bene asciutta, ho applicato una mano di vernice Gunze H59 (IJN green) e dopo un pò di tempo, ho cominciato a scrostare la vernice verde, ispirandomi alle foto d’epoca, utilizzando, a seconda dell’effetto da ottenere, carta abrasiva di grana sottilissima (per le aree più grandi) o stuzzicadenti (per i bordi dei pannelli). Il colore delle superfici superiori è risultato essere semilucido e questo mi ha permesso di applicare le decals senza ricorrere alla vernice lucida per farle aderire meglio. Le insegne di nazionalità (Hinomaru) sulle ali sono state dipinte mentre quelle della fusoliera sono decals fornite dal kit. Dopo una mano di vernice opaca, il modello è stato leggermente invecchiato con colori ad olio. L’aereo riprodotto è quello appartenuto al Capitano Naoshi Kanno, così come riportato dalla didascalia della foto 6, presa come spunto per la realizzazione del modello recita questo: “10 aprile 1945 - I caccia Shiden Kai (Folgore viola) del tipo 21 e 21-Kou (modificato) del 343 Kokutai (Reggimento) - 301 Hikotai (Squadriglia) della componente aerea della Marina Imperiale Giapponese, in attesa di decollare dalla base militare di Matsuyama (prefettura di Ehime) per raggiungere quella di Shikaya (prefettura di Kagoshima) per partecipare alla battaglia di Okinawa. Nella foto, in primo piano, si vede il caccia Shiden 343-15 A del Capitano Naoshi Kanno in forza al medesimo 343° Reggimento, riconosciuto coraggioso (e un po' incosciente) combattente; le 2 strisce gialle ed il disco rosso con la scritta "15" in bianco, indicano il grado militare sul caccia del Capitano in modo da attirare su di se l'attenzione degli avversari ed ingaggiarli in combattimento. Il Capitano Kanno combatté sia nella battaglia di Okinawa che in quella di Kyushu, a difesa delle territorio nipponico, sempre utilizzando questo aereo. Pochi giorni prima della fine guerra, il 1 agosto 1945, non fece ritorno da un combattimento nei cieli sopra l'isola di Yakushima; fu dichiarato disperso e mai più ritrovato lasciando come attestato di valore l’abbattimento di almeno 25 avversari.”. In realtà, il Capitano Kanno (nato il 13/11/1921) è accreditato da alcune fonti, di ben 48 vittorie, cosa che ne fa, a soli 24 anni, uno dei migliori piloti giapponesi. È simpatico notare che, ai giorni nostri, ritroviamo le sue gesta immortalate in un Manga nipponico a lui dedicato. In chiusura, vale la pena sottolineare che, lo stesso aereo, viene assegnato in qualche pubblicazione, al Warrant Officer (Maresciallo) Isamu Miyazaki, altro asso del Gruppo comandato da Minoru Genda. Isamu Miyazaki è uno degli ultimi piloti giapponesi ancora viventi, la cui storia è raccontata in un libro uscito di recente "The Last Zero Fighter" di Dan King. Alte informazioni su questo e altri piloti giapponesi viventi, potete trovarle sul sito Internet http://www.historicalconsulting.com/last_zero_fighter.html . Un sentito ringraziamento va a Keiko e Sabrina per l’aiuto che mi hanno dato nella traduzione dei testi in giapponese. foto 1 - 2 - 3 foto 4 foto 5 GALLERIA