UN MOTOREATTORE PER LA REGIA
- IL CAMPINI CAPRONI C.C. 1 / 2 -
di Enrico CALANCHINI
Tra le decine di modelli che compongono la mia collezione dedicata all’Aeronautica italiana dal 1915 al 1945, c’è sempre stato un vuoto, certamente non l’unico, ma per me più importante, anche perché riguardava un velivolo diverso da tutti gli altri sia per aspetto che caratteristiche. Mi riferisco al primo ed ultimo “motoreattore” che abbia indossato i distintivi della Regia Aeronautica ovvero il CAMPINI CAPRONI C.C. 1 / 2. Dopo diversi anni di attesa, tra i quali un periodo certamente felice per i modellisti italiano fili, mi sono reso conto che nessun produttore (per ovvi motivi di mercato) ha pensato di “kitizzare” il CAMPINI CAPRONI, e credo che non lo farà ne ora ne mai; da qui la decisione di mettere mano alla confezione della Delta 2 nella scala 1/72 che dopo anni di latitanza è ricomparsa in qualche negozio ( un ringraziamento a chi l’ha riesumata) per poi sparire di nuovo. Non intendo recensire il kit, credo sia irriverente, poiché lo stampo è veramente vetusto e non può competere con gli standard attuali. Lo ritengo in ogni modo una base di partenza per realizzare, come si usa dire, quest’uccello raro. La prima cosa da fare è confrontare le stampate sui disegni in scala contenuti nell’ottimo fascicolo Ali d’Italia serie mini n.5, c’è poco da stare allegri, si prevedono interventi piuttosto pesanti, soprattutto per le ali e molto altro per la riuscita, sia pur discreta, di un modello che somigli ad un C.C. 1 / 2. Comunque visto che intendo colmare quel vuoto nella mia vetrina, non ho scelta e do inizio alla costruzione illustrando qui di seguito gli interventi eseguiti senza mai perdere di vista il fascicolo prima citato. ALI – parte prima – TAV. 1 La superficie inferiore è tutt’uno con il piano centrale, sul quale gli interventi da eseguire riguardano innanzitutto la chiusura delle aperture dei pozzetti carrello per mezzo di plasticare e stucco, il sezionamento di ogni semiala scartando la parte in eccesso, determinata dall’accorciamento dell’apertura, incollandola nuovamente a misura., dopo di che, partendo dal centro del pianetto, va praticato un taglio che parte dal bordo d’attacco anteriore fino a quello posteriore, senza però separare le due parti, lasciando quindi 5mm. Integri, ne risulta che aprendo il taglio a “V” e ponendo l’intera ala a riscontro sul disegno, le verrà conferito il giusto allineamento, tenendo comunque conto, che l’intero bordo d’attacco verrà poi portato all’esatta forma con lime, cartavetro e stucco. L’apertura a “V” derivante dal taglio prima descritto andrà poi chiusa con un pannello di plasticare dall’interno e riportato allo spessore del pianetto con lo stesso materiale e stucco. Quando il tutto sarà ben essiccato, l’ala andrà tagliata longitudinalmente dall’inizi dei flaps fin dove finiscono gli alettoni, avremo così ottenuto l’intero piano sub-alare privo delle parti mobili che andranno auto costruite. L’ultima operazione da eseguire sarà la re incisione di tutte le pannellature, il ritaglio dei nuovi pozzetti con relativi portelli, la stuccatura e lisciatura delle incisioni delle parti mobili preesistenti. ALI – parte seconda – TAV. 1 Veniamo ora alle superfici superiori, che, poste su quelle inferiori già modificate daranno seguito agli interventi necessari per ben assemblarle. L’esecuzione dei tagli per diminuirne l’apertura va però eseguita in punti diversi da quelli praticati sull’ala inferiore, poiché la superficie presenta una forma detta a “gabbiano” troppo accentuata, andrà quindi tagliata lì dove ha luogo la sagomatura e togliendo la parte in eccesso verso l’estremità alare. Ricomposta con vari aggiustamenti a secco sulla forma di quella inferiore, occorrerà ora, con diversi strati di stucco, addolcire la precitata sagomatura. Elimineremo ancora tutte le parti mobili per avere uguaglianza con l’ala inferiore, procedendo alle stuccature e re incisione delle pannellature. Unendo le semi-ali superiori all’intera ala inferiore, si noterà che lo spessore del bordo d’attacco delle parti mobili è decrescente verso le estremità, bisognerà quindi tenerne conto nella costruzione dei flaps e timoni che saranno solidali con lo spessore all’attacco e sfumeranno in uscita. FUSOLIERA – TAV. 2 Anche qui gli interventi sono numerosi, cominciamo col dire che la lunghezza è pressoché esatta, ma l’intero pezzo è afflitto da magrezza di diametro di circa 3 mm. Che va ad influire anche sull’abitacolo rendendolo stretto. Riportare detto diametro alla giusta dimensione sarebbe un lavoro non da poco, che comprometterebbe il risultato, ho quindi optato per un compromesso aumentando il diametro solo di 1,5 mm. Con una strip di plasticare di questo spessore incollata sulla giunzione superiore e inferiore di una delle due semifusoliere, ciò allo scopo di non alterarne la forma cilindrica che mi è parsa accettabile una volta unite le parti. Altra operazione necessaria è eliminare il “meccanismo” di scorrimento dei tettucci chiudendo il tutto con il pezzo fornito, strip rod e stucco, carteggiare e re incidere quindi le pannellature abrase o mancanti. Applicare quindi sulla zona lavorata una strip Evergreen da 0,25 x 2 mm, per simulare la base di scorrimento. Sono da incidere i portelli di accesso al motore (uno per parte), da stuccare e reincidere nella giusta posizione sono le giunzioni di circonferenza laddove la fusoliera poteva dividersi in tre tronconi. La parte fissa del direzionale che è solidale con una delle semifusoliere, va asportata e riposizionata centrata a causa dell’aumento di sezione della fusoliera. L’intero pezzo, inclusa la parte mobile va risagomato eliminando le cerniere del timone. L’ultimo dettaglio è costituito dal radome che alloggia il ruotino di coda, esso va ricostruito sostituendo il ruotino con uno più piccolo. PIANI DI CODA – TAV. 3 Sono errati di forma e lunghezza, su questi pezzi si può agire in due modi : auto costruirli interamente oppure usufruire di quelli forniti usando i due pezzi per ricreare parte dei piani fissi, che andranno poi allungati verso l’attacco della fusoliera per raggiungere l’esatta lunghezza, nonché auto costruire le parti mobili. Osservando le foto di questi particolari, si nota un’insolita forma dei piani all’attacco con la fisoliera in uscita, da me definita a “guscio concavo”, non facile da realizzare, ottenibile in ogni caso con una buona manualità ed una certa quantità di stucco. ABITACOLO E’ da arredare completamente, foto alla mano,; i tettucci scorrevoli vnno stampati in vacuform, così come il parabrezza. CARRELLI Sono da ricostruire con tubicini e quant’altro occorre, mentre le ruote vanno sostituite con altre più grandi (es. Ca.313). E’ da tener presente che i portelli circolari di chiusura carrello si aprivano solo durante il ritiro o l’uscita dei carrelli, pertanto in sosta figuravano chiusi, mentre il resto dei portelli è tutt’uno con la gamba di forza. COLORAZIONE Un ottimo alluminio della Testors ad aerografo, che andrà poi sporcato con le note tecniche. Grigio Azzurro Chiaro per il direzionale e anti cappottata; fascia bianca in fusoliera; verde anticorrosione per il cockpit e pozzetti, e bruno ossidato per la spina Pelton. Bibliografia - Campini Caproni – Collana Ali d’Italia – serie mini – n.5 - Aerofan n.3/81 - Aerei n.12/1976 Tavola 1 Tavola 2 Tavola 3 1 2 3 1) Vista superiore del kit al quale sono già state applicate le insegne di nazionalità 2) Vista inferiore, si notano i portelli dei carrelli chiusi e il nuovo disegno dei flaps 3) Il modello completato in ogni dettaglio può ora entrare a far parte della collezione colmando un’importante lacuna. 4 5 6 4) Il Campini Caproni NC 4850 sopravvissuto agli eventi bellici, negli anni ’50 venne esposto in questa configurazione in occasione di alcune manifestazioni aeree. 5) L’aereo porta sul muso un improbabile anello bianco / rosso ed in fusoliera una banda bianca molto “ristretta”, dovuti alla fantasia di qualche addetto. 6) In questa immagine ravvicinata si nota la cancellazione dello stemma sabaudo dalla sommità del timone. Selezione di foto, di vari Autori, presenti sul nostro sito in vari servizi, ritraggono l‘aereo come è ora esposto al Museo dell’Aeronautica di Vigna di Valle, sono qui riportate per una veduta d’insieme che possa anche facilitare la realizzazione del modello (n.d.r.) GALLERIA