Typhoon Mk 1b "Car door"
di Aldo Nuovo
Forse per uscire dai soliti modelli già “cotti in tutte le salse”, o forse per aggiungere un altro capitolo dal titolo “Facciamoci del male !”. In verità la voglia di riprodurre un modello insolito ha prevalso sulla tentazione, forte, di assemblarlo come da scatola.
Sono partito dal vecchio kit Airfix in scala 1/72, scelta “obbligata” perché proprio non mela sono sentita di dover sottoporre il bel kit della Accademy a tutti gli interventi chirurgici necessari per realizzare la variante che mi ero deciso a riprodurre e il timore di non riuscire nell’impresa mi ha fatto senz’altro propendere per il vecchio kit, complicandomi non poco il lavoro.
Le note che seguono riguardano gli interventi da effettuare in base alle differenze fra il “bubble top” ed il “car door”.
- FUSOLIERA
E’, chiaramente, la parte più impegnativa del lavoro di conversione. Bisogna infatti ricostruire in acetato la parte fissa posteriore del tettuccio, la sua struttura interna ed il parabrezza.
Le portiere sono state rifatte con del plasticard da 0,25 mm. con la parte bassa bombata come una vera portiera di automobile. Dal profilo in scala 1/72 si potranno facilmente desumere le relative misure, ulteriore aiuto lo forniranno le foto.
Il tettuccio naturalmente va stampato ex novo, partendo da quello originale del kit, rinforzandolo all’interno così da sopportare senza cedimenti tutti gli interventi. Esternamente con l’uso di stucco applicato in diversi strati ho dato la forma definitiva del tettuccio stesso, che era più affusolata ma anche più bombata verso l’alto. La parte ribaltabile è stata invece ricostruita utilizzando striscioline di plasticard e con il solito stucco ho realizzato la bolla. A questo punto è pronto il master per lo stampaggio della nuova capottina, per il quale ho adoperato dell’acetato (benedette siano le scatole delle camicie) .
Il resto del montaggio del kit avviene come da indicazioni riportate sui Notiziari CMPR nn3/91 e 4/99 . Volendo, se il lavoro fin qui fatto vi ha stimolato a fare ancora e di più ecco una piccola lista di migliorie : si possono rendere più reali le superfici mobili tagliandole e riposizionandole, abbassare appena i flap; aggiungere le 20 piastre di rinforzo in coda; ricostruire completamente i pozzetti dei carrelli, i cannoni alari e gli interni della cabina con i relativi tralicci. Le foto ancora una volta renderanno giustizia del lavoro effettuato.
L’elica tripala e le ruote sono del kit Accademy, che per fortuna sono contenute in quel kit come pezzi opzionali per una eventuale seconda versione, così nessun altro modello sarà sacrificato.
Il ruotino di coda sarà completamente autocostruito, aiutandoci sempre con i disegni in scala.
- COLORAZIONE
La finitura del velivolo è quella classica continentale della RAF. Per le superfici superiori : Ocean gray FS 36152 (Humbrol 27) e Dark green FS 34079 (Humbrol 116); per le superfici inferiori Light gray FS 36270 (Humbrol 126).
Prima di procedere alla verniciatura del modello io stendo più mani leggere di bianco (Humbrol 130) su tutte le superfici, allo scopo di evidenziare eventuali imperfezioni e per preparare una comoda base alla finitura. Ad essiccazione del bianco, passo del nero (molto diluito) sulle pannellature. Lascio asciugare il tutto per 24 ore e poi procedo con la mimetizzazione.
Questa tecnica è già stata illustrata in un articolo apparso su Aerei Modellismo n.8/2000 a firma di
F. Del Greco e lo scopo , da me poi verificato, è quello di creare trasparenze e chiaro/scuri al centro dei pannelli ed è una tecnica utilizzabile validamente anche le scale maggiori.
Una volta terminata la colorazione passo a renderlo “vissuto”. Evidenzio i pannelli con un lavaggio usando colori ad olio : bruno per le superfici superiori e seppia per quelle inferiori. Gli sbaffi dei cannoni alari, dei fori di espulsione dei bossoli e dei tubi di scarico vengono trattati con una miscela di nero-blu-bruno molto diluita (1:3) e con un passaggio con l’aerografo con l’ugello quasi chiuso.
Ed ora un suggerimento sull’uso degli smalti. Io diluisco i colori con una miscela composta al 50% di solvente nitro e acquaragia, che mi consente tra l’altro un rapido essiccamento della vernice applicata (15 – 20 minuti). Prima di verniciare con gli smalti utilizzando l’aeropenna, suggerisco di diluirli ulteriormente, con la suindicata miscela, in rapporto 1:2 , cioè una parte di colore e due di diluente.
- PARTICOLARI
Una nota “esotica” caratterizza la costruzione dei fari di atterraggio. Qui da noi non si riesce a trovare con facilità tutto quanto servirebbe al perfetto modellista, pertanto non avendo la possibilità di reperire i fari per automodelli della Tron, ho utilizzato due cristalli di strass ricavati da un orecchino spaiato di mia moglie (!) di giusta misura. L’effetto, vi garantisco, è incredibile !
Il cavo metallico dell’antenna l’ho ricavato dai filamenti di un vecchio trasformatore ormai rotto (non si getta mai niente !) dello spessore di un capello. Le decals le ho ricavate da un foglio della Superscale.
- BIBLIOGRAFIA : Aerei Modellismo n.12/1991 ; 3/1993 Notiziario CMPR n.3/1991 ; 4/1999 Modeltime n.36 Model Wing n.11; n.14 Famous Airplane of the World n.67 (a pag.65 c’è una foto dell’aereo oggetto dell’articolo).