CV 33 - Il piccolo grande carro
di Andrea e Antonio Tallillo
Per il Regio Esercito, un carro-simbolo di tutto il periodo dai primi anni ’30 all’entrata in guerra fu senza dubbio il CV 33, dalla inconfondibile sagoma piccola e compatta, nota in mezzo mondo.
In quegli anni la tankette era un mezzo molto diffuso, che permetteva di avere un certo numero di corazzati ad un costo abbastanza contenuto e che consentiva un discreto addestramento al personale.
Poco utile nella Seconda Guerra Mondiale, non potè che avere poi scarsa fortuna, sui vari fronti che lo videro presente. Un excursus storico porterebbe via parecchio spazio e del resto il G.M.T. di Trento ha annunciato un nuovo, corposo libro sull’argomento. Preferiamo invece concentrarsi su alcuni aspetti del mezzo e sulle possibili conversioni. Gli spunti infatti non mancano, perché la ‘scatola di sardine’ restò in servizio sino al primo dopoguerra. Sinora, tra i cultori della ‘piccola scala’ il CV non ha suscitato un interesse proporzionato alla sua fama, ad onor del vero non è che le proposte fossero incoraggianti e non tutti amano la resina alla follia. Da poco tempo, invece, esiste un kit degno di questo nome e per di più in plastica, ovvero alla portata di chiunque.
IL KIT IN 1/72
Dopo aver creato sapientemente un’attesa, la dinamica ditta piemontese DOC MODELS ha esordito nel campo dei kits in plastica proprio con il carro veloce italiano. Il primo impatto è stato buono, la box-art porta un’immagine accattivante e molto accurata del mezzo originale, curata sino a risultare già utile, da sola, a completare il kit. Il contenuto è quel che è, il mezzo era già piccolo in originale e non si può avere di più, è stata scelta intanto la versione di seconda serie, comunque agevolmente retrodatabile in quella precedente, ma ammodernata.
La plastica, di un bel verde, è lavorabile ed anche di spessore accettabile considerata la scala, il sistema d’assemblaggio è stato ben studiato, con la sovrastruttura che fa pezzo unico con la parte anteriore dello scafo e coi parafanghi, il che aiuta moltissimo nel completamento, che resta veramente alla portata anche di chi non fosse troppo esperto e richiede veramente poche ore. Il livello di dettaglio è alto, lo si apprezza specialmente nelle molto belle griglie del cofano motore e nella discreta imbullonatura, ma anche da dettagli come la posizione asimmetrica delle feritoie della sovrastruttura e nella riproduzione a parte della postazione dell’armamento e delle protezioni delle canne stesse, che rendono più facili altre conversioni. In altre parti si è avuto un buon compromesso tra le esigenze del realismo e le obiettive difficoltà di riprodurre certi particolari, come nel treno di rotolamento. La cingolatura è in plastica nera, a nastro, di discreta fattura, abbastanza facile da curvare attorno a ruote e rulli quando sarà il momento. I più perfezionisti – non ne sono rimasti poi molti in questo particolare settore – potranno correggere altere mancanze, che non sono molte e che alla fine, a modello verniciato, si noterebbero poco. Le correzioni spicciole sono l’aggiunta di binda e pala sulla sovrastruttura posteriore, ricavabili da altri kits, o l’ingrandimento ed arrotondamento della ‘campana’ della piastra posteriore di scafo, ottenibile con una semplice stuccatura fatta col vinavil. Il portatarga posteriore è riproducibile con un fogliettino di plasticard.
Le istruzioni sono molto belle, sia nei disegni esplicativi, degni di un kit in 1-35, che nella parte riguardante colorazione e contrassegni, che pur mancando di alcune indicazioni supera per dire la media di quelle dei kits in resina, presentando esemplari realmente esistiti e documentabili. Anche il foglio decals è curato, proponendo due targhe del Regio Esercito, cinque diversi rettangoli tattici ed una serie di numeri per le indicazioni di reggimento e battaglione, da sistemarsi agli angoli posteriori della sovrastruttura. Solo la presenza di una serie di numeri, speculare, in nero, è un po’ incongrua per un CV 33, mentre quella di tre diversi tipi di croci tedesche da modo di completare alcuni dei carri di preda bellica usati su fronti secondari sino al 1945. Mentre molti dubbi potranno essere chiariti grazie alla molta documentazione esistente, voci di corridoio danno per ‘papabili’ anche altre versioni del CV, realizzabili utilizzando parte di questo primo stampo.
Realizzazione del kit
Dopo molti anni, affrontare di nuovo un modello in scala piccola è stata ‘ginnastica per la mente’ che ci ha divertito, reduci come siamo da un kit in resina in 1-35 che però riguarda un CV 35. Al kit DOC MODELS sono ovviamente aggiungibili molti particolari, se si vuole, ma ormai costruire molto sembra non pagare più, almeno a livello di concorsi. Sia come sia, gli interventi di base sono stati il rifacimento con filo di rame dei ganci di traino anteriori e delle canne delle mitragliatrici, nonché l’aggiunta, in plasticard di una striscia d’irrobustimento alla casamatta posteriore e dei cardini dei portelli. Probabilmente è possibile sia rifare la ruota motrice che aggiunger dettagli alle scatole porta attrezzi, vedete un po’ voi !
Gli schemi mimetici possibili sono, semplificando, di tre tipi, è stato scelto per semplicità il buon vecchio grigioverde che fu presente da prima della guerra all’armistizio del 1943, prima tenuto ‘vivo’ con la nafta prima delle parate e poi conservato in vari stati di opacità. Anche l’ambientazione è fattibile con ben poca fatica e basta solo un po’ di muschio per far emergere il nostro CV dalla boscaglia, una volta tanto. Sono possibili anche diorami abbinando il carro ad autocarri italiani e mezzi di supporto, già presenti nell’abbastanza vasto catalogo della DOC MODELS.
La documentazione, a parte i soliti tomi belli ma costosi e poco utili al modellista, o articoli su riviste ormai poco reperibili, più in specifico la si può trarre dal Notiziario CMPR 1/03 e da quelli del Gruppo Modellistico Trentino (nn. 3/02 e 1 e 2/03). In entrambi i casi si è trattato il CV 35, ma molti dei dettagli e delle colorazioni proposte furono comuni anche al CV 33 seconda serie. Belle immagini, inedite, di CV di cavalleria sono proposte dal sito CAVALLERIA ITALIANA, e dulcis in fundo sono disponibili anche decals in 1-72 alternative, sempre per i carri di cavalleria, della A.W.D. Questo per la ‘scala piccola’, per quella grande sinora alcune promesse, ma un CV in plastica ancora non si vede…
Notare come sui CV – qui un CV 35 conservato ad Aviano – i parafanghi anteriori s’innestavano allo scafo
. La copertura dei gruppi di riduzione finale e la sua unione allo scafo, assieme all’installazione dei ganci di traino.
Le cerniere dei portelli e quelle per l’attacco di parte degli attrezzi di un CV 33 leggermente ammodernato in tempo di guerra, conservato ad Ottawa in Canada. (Foto J. Tetard)La ruota di rinvio posteriore, fusa in bronzo, dello stesso carro. (Foto J. Tetard)