Breda 37 mm.
- IBG Models -
- kit n.35009 -
di Andrea e Antonio Tallillo
E’ raro che una ditta, perlopiù minore, si occupi di soggetti italiani, in specie di un cannone antiaereo che non è certo famoso come la Breda da 20 mm o il 90/53 dell’Ansaldo. Perciò l’apparizione di un kit siffatto non può che essere un piacere. Ovviamente, non c’è da aspettarsi una qualità stellare, in più la box-art fa prevedere che manchino almeno quattro serventi per realizzare una scenetta realistica, ma tant’è, questo passa il convento. Speriamo che queste noterelle diano perlomeno una scintilla d’interesse a chi fosse indeciso sull’acquisto ed usiamo l’asso nella manica, costituito da diverse foto scattate dall’amico Saverio – a celerità degna di una mitragliera – al Sacrario dei Caduti d’Oltremare a Bari.
Un pizzico di storia ? Eccola ! La Regia Marina aveva già adottato nel 1932 un’arma da 37 mm su affusto binato, che pur non completamente riuscita diede vita alla variante del 1938, più leggera e precisa. Sempre su richiesta della Marina, si arrivò all’optimum costituito dal modello 39 a canna singola, che interessò anche il nostro Esercito. In effetti, nell’adeguarsi (pur tra molti ritardi ed incertezze) al progresso che si era sviluppato in campo aeronautico, ci si era resi conto che ormai la Breda da 20 mm era inefficace oltre i 1.000 metri e restava il problema di come affrontare velivoli nemici sino ai 2.000, perché i cannoni da 75 e 90 mm non erano facili da manovrare agevolmente. La conseguenza era la necessità di un’arma di calibro intermedio, che verrà prodotta come modello 39 su affusto di posizione. L’arma, dal tipico, riconoscibilissimo, contrappeso a semiluna, era moderna, dotata di una centrale di tiro R 8 Gamma ai comandi di batteria, che forniva angolo di rotta, velocità e quota del bersaglio, ma il sistema di rimandi dal pedale di sparo al percussore era molto complesso e perciò fonte di guasti. Il caricamento era effettuato orizzontalmente, in genere da sinistra anche se l’arma era caricabile anche dalla parte opposta, retaggio dell’origine binata. Le cartelle da 6 colpi ciascuna erano introdotte a mano, e ciò assieme alle esigue dimensioni della piattaforma girevole, abbassavano la cadenza di tiro a 90-120 colpi. La squadra di servizio era formata dal capopezzo e da sei serventi, ma per una buona efficienza era necessario strutturarsi su capopezzo, uno o due puntatori e 4/5 serventi. Le batterie era su sezioni di due armi l’una – da una a quattro. Il tiro più efficace sarebbe stato quello di sbarramento, ma non essendoci mai grandi scorte di munizioni, la gran parte dei tiri era effettuata “in caccia”. Inizialmente, i proiettili erano con bossolo in ottone e colpo esplosivo-tracciante (grigioverde, con banda rossa sotto alla spoletta), ma le prestazioni decrebbero con l’adozione, dal 1941, di proiettili con bossoli in ferro fosfatato grigio, che con il tempo furono fabbricati con troppa tolleranza (sovracollamento). Si provvide comunque ad un nuovo proiettile perforante-esplosivo-con spoletta interna inerziale, più efficace e meno costoso. Le unità del Regio Esercito e della M.A.C.A. (Milizia Artiglieria Contraerei) ne avevano a disposizione 310 e 108 esemplari con l’esercito alla data dell’entrata in guerra, mentre alla fine 1942 ce n’erano in servizio 317 con la M.A.C.A. e 92 con l’esercito, con una media di produzione di 21 esemplari al mese a fine 1941. Essi difesero obiettivi limitati come basi militari e complessi industriali sparando sino al 31 luglio 1943 ben 77.096 colpi. Ovviamente, come per tutto o quasi il materiale italiano, non mancò un uso nelle file delle forze armate tedesche, in almeno 139 esemplari sino alla fine dell’ottobre 1944, e per finire, anche il dopoguerra ne vide alcuni in uso, accanto all’onnipresente avversario Bofors . Per i posteri, ne rimangono alcune in Italia ed all’estero, quella più disastrata, una modello 39 proveniente dalla nave “Cavour” affondata nel febbraio 1945, con tanto di scudatura, era stata tenuta all’aperto per tanti anni, prima che i reperti di Trebiciano fossero custoditi meglio, perlomeno al coperto, a Trieste.
Alcune caratteristiche : Peso in batteria : 2.97 t. Velocità alla bocca : 800 m/sec. Brandeggio : 360° orizzontale, da o a 90° verticale Gittata massima : 6.800 mt (in orizzontale) Gittata utile : 4.000 mt Peso proiettili : da 1.59 a 1.63 kg.