Carri francesi italianizzabili in scala 1/35..... :

Schneider CA 1 - Hobby Boss - kit n.83861

Somua S.35 - Tamiya - kit n.344

 

di Andrea e Antonio Tallillo

 

          Com’è noto, ormai, il ragionamento costante di chi deve, nell’ambito delle case modellistiche, decidere cosa produrre per noi poveri consumatori, tantissime volte, non va molto al di là del trito “se è tedesco, si vende”. A costo di riciclare modelli che hanno sulla groppa più anni dei nostri nipoti, oppure di riproporre nel giro di pochi anni per due o tre volte lo stesso soggetto, con stampi rivisti e corretti, è pur vero, ma che anche il più sfegatato modellista non potrà mai costruirne più di uno, nella sua carriera. Da questo poco incoraggiante trend si sono recentemente distinte due case orientali ed il destino beffardo ha voluto che i loro manager scegliessero dei carri francesi, di epoche diverse ma entrambi, grazie a vicende e circostanze molto diverse fra loro, completabili come appartenenti a pieno titolo a reparti italiani. Il primo, lo Schneider CA 1, pesante 12.5 t., risale alla Grande Guerra, fu prodotto dal dicembre 1916 all’agosto del 1918 in 400 esemplari. Questo carro ha un particolare legame con la nostra città, Verona. Una delle culle del carrismo, vide, infatti, dalla fine del 1918 al 1920 uno di essi, per la precisione l’esemplare numero 212, sferragliare nei dintorni della Caserma Pianell, ancora esistente. Fu poi trasferito a Bologna ma dal 1936 se ne perdono le tracce, era comunque destinato ad essere ospitato in un costituendo Museo, con la targa RE 1053.  E’ riprodotto ora dalla cinese Hobby Boss con il kit n. 83861, e data la qualità molto alta delle uscite precedenti ci sono pochi dubbi che si tratti di una base di partenza più che buona. I precedenti tentativi, in resina, non erano stati incoraggianti e la stessa Emhar lo aveva annunciato ma a quanto sembra ha ceduto al spugna. Il secondo, il Somua S 35, era entrato nei ranghi del Regio Esercito in poco più di 30 esemplari dal 1941, tramite la Germania che ne aveva catturati quasi 300 sui 450 prodotti. Nel 1940 il carro, pesante 19.5 t ed armato con un 47 mm, poteva essere considerato tra i migliori, ma si sa, la corsa a prestazioni ed armamenti più elevate e di maggior calibro, rendeva aleatorio ogni prodotto che fosse antecedente al T 34 ed al Tiger I. Comunque, fu usato dal Battaglione C.C. del 131° Reggimento dal giugno 1941. Dopo alcune esercitazioni in Veneto, dalla fine di quell’anno il reparto fu trasferito in Sardegna, passando al 32° Reggimento. Con il Raggruppamento “Scalabrino” divenne uno dei pochi carri del nostro esercito cobelligerante fino al suo scioglimento, nell’ottobre 1944.

          Con il suo kit n.344, la notissima casa giapponese Tamiya sforna un altro soggetto francese, dopo averci deliziato in passato con il carro pesante B1, ma anche con la cingoletta UE. Precedentemente, per tantissimi anni, l’unica alternativa in plastica era stato il veterano kit della Heller, ciclicamente riproposto dalla giapponese Gunze Sangyo e dalla polacca SK, ed ancora disponibile nel catalogo ufficiale, kit al quale rimaniamo affezionati perchè oggetto di uno dei nostri primi articoli. Bei tempi….. se non altro perché avevamo tutti i capelli in testa e neanche un filo di pancetta.

          Che dire ?  Un applauso a chi ha avuto il coraggio di uscire dal seminato, si sarebbe andati sul velluto a proporre un ennesimo Panther o Sherman. Ma non è detto che sia una scelta suicida, anzi…lo Schneider andrà venduto come il pane in Francia, ma non dimentichiamo appunto i modellisti italiani meno obnubilati e pure qualche spagnolo, alcuni infatti parteciparono alla guerra civile  spagnola. Per il Somua, altrettanto vendibile come il pane oltralpe, si può concedere che sia “tedeschizzabile” con almeno tre diverse livree secondo i periodi ed i teatri operativi, ma è anche un carro che partecipò alla campagna di Tunisia ed episodicamente alla riconquista della Francia. Almeno un esemplare jugoslavo (ex tedesco) fu riarmato con un cannone più potente. E comunque un esemplare in grigioverde, in una collezione di mezzi italiani più completa,  non stonerebbe…

 

           

 

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