ITALIAN  TANK  CREW

                                                                                              MINI  ART  N.  35093  -  scala 1/35

 

                                                                                         recensione  di  Andrea  e  Antonio  TALLILLO

 

Decisamente, la ormai nota e diffusa ditta ucraina, che già si è segnalata per diverse scatole di carristi veramente molto interessanti e fuori dai triti schemi (tre di carristi inglesi, tra cui per la prima volta in plastica quelli con la "pixie-suit", tre di carristi americani, una di francesi ed una di giapponesi) stavolta ci vizia !  Finalmente, da un pò di tempo è disponibile la confezione, molto attesa, che riguarda i nostri carristi. Era ora ! ci sgorga dal cuore, perché in plastica non ci sono precedenti se non per qualche soggetto molto datato, già compreso nei kits, o qualche rifrittura orientale. Di questi tempi, poi, chi vuole completare i suoi mezzi italiani in scala con almeno parte degli equipaggi non può tutte le volte tirare fuori troppo dal borsellino…

Sono cinque soggetti proposti, dei quali tre in tuta e due con il più diffuso capo dell’uniforme, il giaccone di cuoio nero. Lo stampo è più che buono, anche se il cuoio è stato reso con un pò troppe pieghe, i dettagli sono comunque all’altezza della situazione, con l’idea geniale di riprodurre a   parte le giberne, le teste e le varie parti  che compongono i caschi, è così molto più facile, all’occorrenza, cambiare le teste con le migliori disponibili.  Unico dubbio la presentazione delle tute dei due figurini seduti come se fossero in tela khaki, in realtà sono state stampate più simili a quelle regolamentari, è anche vero che, basandosi su foto in bianco e nero di tute molto stinte e logorate da polvere e sabbia, forse è venuto naturale equivocare. Per il resto le combinazioni sono quelle classiche e non riguardano quelle ancora più semplici e pratiche usate nel 1942 – 1943 in Africa Settentrionale. Le tute si possono modificare in quelle più chiare, quasi bianche, usate da almeno un reparto della "Littorio" in previsione dell’entrata trionfale ad Alessandria d’Egitto, come alcuni reduci hanno riferito, mentre giaccone e pantaloni della normale uniforme sono stati usati praticamente un pò dappertutto dal 1940 al 1943. Attenzione, però, solo in pochi reparti si usarono sui giubbotti di pelle i gradi metallici  in ottone dipinto, e questo non è confermato per i sottufficiali. Con l’apparizione dei principali tipi di corazzati italiani in plastica, questa simpatica confezione troverà senz’altro un suo posto sui nostri scaffali. Buon lavoro !

 

 

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