Piloti italiani della 2^ G.M.
- LA MERIDIANA -
scala 54 mm.
di Andrea e Antonio TALLILLO
In un mondo modellistico in continua e veloce evoluzione, ci sono ancora delle uscite che lascia letteralmente a bocca aperta. Per anni, chi voleva ambientare i suoi aerei in 1.32 con dei figurini, elemento indispensabile ad ogni modello per far avere subito l’idea della scala e delle dimensioni ad un pubblico non specializzato, e nel contempo storicizzare molto meglio le varie realizzazioni, aveva ben poco da scegliere. Sono apparsi alcuni piloti ma nulla da ricordare troppo. Questa volta, invece, siamo di fronte ad un soggetto italiano e per di più molto ben riuscito.
La Meridiana infatti, dopo una piccola serie di soggetti “coloniali” ha realizzato in 54 mm due aviatori di un reparto aerosiluranti. Essi vestono la tenuta conosciuta come “Marus”, apparsa come definitivo miglioramento della combinazione precedente, che risaliva alle crociere atlantiche di Italo Balbo. Dal 1940 questa tenuta color verde oliva tendente al marrone comparve universalmente tra gli equipaggi anche se non sostituì come previsto le precedenti tute. Giubbetto e pantaloni, realizzati in lana impermeabilizzata, furono realizzati anche in color marrone o blu.
Il primo aveva fodera staccabile o fissa in pelo d’agnello color nocciola, chiudibile con linguetta, due tasche al petto verticali chiuse da lampo e maniche con polsini in lana elasticizzata, che compariva anche in vita; la chiusura era centrale, con lampo. Gli ampi pantaloni, dello stesso materiale del giubbetto, erano stretti in vita con cintura elastica ed alle caviglie con cerniere e presentavano sopra al ginocchio due ampi tasconi a toppa. Le calzature, secondo le circostanze, erano stivaletti in cuoio nero con cerniere laterali od marrone con suole in gomma, più bassi e con cerniere interne. Era previsto poter imbottire la “Marus” con una fodera in lana, ma esistevano combinazioni riscaldabili elettricamente, nei casi di clima veramente rigido si adoperavano anche passamontagna o sciarpe di vario tipo, mentre in altre stagioni si portavano pure berretti rigidi d’aviazione grigio azzurri, d’estate ed in colonia la versione bianca che riportava ogni distintivo degli altri. Sulle controspalline mobili in stoffa del giubbetto non si portavano i gradi, che apparivano solo sulle maniche (sottufficiali) od i paramani (ufficiali) o sul petto a sinistra. Nei reparti da caccia, che avevano stemmi di squadriglia molto famosi e vivaci, spesso sul petto a sinistra compariva la loro versione in stoffa. Anche sulla fascia dei cappelli rigidi apparivano i gradi, con lo stesso ordine dei paramani, più raramente anche i caschi di volo venivano guarniti con dei gradi in filo giallo.
La scelta delle pose è veramente indovinata ed i due baldi aviatori potranno essere disposti in molte ambientazioni. Uno dei due figurini indossa il comune salvagente a salsicciotti in canapa tipico degli equipaggi di plurimotori. Con piccoli interventi, l’altro, quello con la tazza in mano potrebbe diventare benissimo un pilota da caccia, con sullo sfondo la parete di un’aviorimessa o di una baracca che più spesso costituiva l’unico tipo di alloggiamento. Il tutto potrebbe abbinarsi anche ad altri elementi come fusti di carburante, parti d’aereo come motori, mitragliatrici, timoni e così via. Se fossimo sul fronte greco-albanese un pò di fango e neve sulla basetta non guasteranno, mentre un pò di frasche ed una sdraio saranno perfette per ricreare un’ambientazione mediterranea.
Questo bell’esempio di possibile commistione fra i figurinisti e gli appassionati d’aerei è senz’altro una pietra miliare dell’ormai notissimo stampista Nino Pizzichini.
foto tratte da varie fonti dagli Autori (riv. Signal e varie)