A.B. 41
- Doc Models n. cat. 72011 -
scala 1/72
di Andrea e Antonio TALLILLO
Dopo anni di nebbia, nel settore delle piccole scale c’è fermento riguardo ai corazzati italiani, e per le blindo l’ultima uscita in ordine di tempo è quella della ormai ben conosciuta Doc Models, che da tanti anni si è quasi interamente votata ai nostri mezzi della seconda guerra mondiale. Si tratta di un kit di nuova generazione, la scatola in cartoncino contiene due stampate, la sovrastruttura e la parte superiore della torretta e le ruote in gomma. Di esse, dopo una prima perplessità, osservandole con una lente si può apprezzare la rimarchevole scultura del battistrada. Il foglio decals è più che sufficiente ma si può al limite integrare con altri fogli pur se in questa scala la scelta è un po’ limitata, stante la difficile reperibilità delle decals AWD.
Prima d’iniziare studiamo con calma la documentazione al riguardo, indubbiamente più che ricca, comparando le stampate : saremo colpiti dalla bullonatura e dai dettagli che sono molto curati, con un realismo ottimo considerata la scala. Per scrupolo, ci siamo messi, calcolatrice e disegni alla mano, come si usava ai nostri tempi, controllando le dimensioni del kit e si può scrivere tranquillamente che siamo di fronte senza dubbio ad un ottimo lavoro di ricerca e dettaglio. Nella costruzione, saremo aiutati dalle chiare ed esaurienti istruzioni e dalla plastica di buona qualità, con nessun ritiro. Tenendo alle dimensioni, è meglio prevedere già di sostituire l’antenna ed i limitatori d’ingombro. Per il telaio, c’è da usare carta vetrata e cutter solo per levare qualche piccola bava e pulire le molle degli ammortizzatori dei pezzi n. 8, dagli assali n. 36 con pazienza toglieremo con cura i lievi segni di stampo, anche se poi si vedrà ben poco del risultato. L’assemblaggio è veloce essendo sufficienti solo minime stuccature, a parte qualche piccolo problema con le maniglie n. 16 D, per le quali è meglio ridurre i fori per un migliore fissaggio. Per migliorare appena l’aspetto finale del modello si può diminuire lo spessore dei parafanghi con della carta vetrata a grana sempre più fine. La marmitta andrà lavorata con una fresa ed andrà forata all’uscita come del resto le canne dell’armamento. La torretta ha bisogno di un pò più di cura, per prima cosa muniamo il pezzo n. 24 del grosso dado del freno del cannone usando un dado preso dalla nostra banca dei pezzi di giusta dimensione, poi assottiglieremo il contrappeso posteriore, con l’aiuto di una limetta quadra, togliendo plastica sino a che la torretta giri bene sulla sovrastruttura. L’antenna è stata sostituita, tagliando il pezzo ed inserendo dello sprue filato, va bene anche del filo di rame teso, ma tenendo le parti finali. Ora che il modello è quasi finito, leviamo con molta cura i pezzi n. 18, il gancio di traino ed i due ganci a corna di bue n. 27 andranno lavorati eliminando i segni dello stampo, qui ci vuole un pò di stucco per rendere più omogeneo l’innesto nel kit. Per i due limitatori d’ingombro è meglio incollare i pezzi e levare poi le due aste sostituendole con due pezzetti di sprue filato di dimensioni adeguate alla scala, le due palline sono due gocce di colla per plastica. E’ preferibile montare le ruote solo dopo la verniciatura, la si prepara meglio passando sul modello una fresetta montata su trapanino, a bassa velocità per rendere leggermente ruvida la plastica, ne risulterà un buon "effetto metallo" per le corazze. Si lava il modello con un pò di acquaragia che oltre a pulire le superfici da ogni sia pur piccolo residuo di lavori, migliora l’effetto della successiva verniciatura. Abbiamo usato il pennello, e ciò significa che si dovrà usare un colore molto diluito, in questo caso Humbrol Matt 81 al 20 %, il resto è acquaragia. Se necessario applicheremo più mani, con calma e dopo aver lasciato asciugare molto bene la precedente. Per le ruote, può essere che ci sia da togliere un po’ di materiale in più dall’interno mentre una leggera passata di carta vetrata migliorerà la superficie. L’invecchiamento non è altro che un lavaggio di colori ad olio diluiti col petrolio, va bene il Nero per le griglie del motore ed un "Bitume di Giudea" per lo scafo, la marmitta invece è stata trattata con acquerelli nero e marrone nonché Terra di Siena bruciata. Ad asciugatura avvenuta, si torna agli acquerelli, con una miscela di bianco, marrone ed ocra ed una punta di rosa, che applicata a pennello secco permette d’evidenziare la sagoma spigolosa della AB. Avendo usato, anche per comodità di trasporto, una vetrinetta da collezione Dragon, per renderla diversa, abbiamo steso un nuovo terreno su quello già presente, usando del Das. Prima però, direttamente sul terreno stampato va steso del Bostik mescolato a pietrisco e sabbia, perché il Das si aggrappasse meglio. Stenderemo poi una miscela di colla vinilica, sabbia fine, giallo ocra e marrone ad acquerello, dopo due giorni si può lumeggiare a pennello secco il terreno con una miscela, sempre ad acquerello, più chiara. Un ultimo lavaggio, leggero, col petrolio ed una punta di color seppia ad olio e l’inserimento di un vecchio cartello stradale, e tutto è pronto. Una considerazione che ne riassume più d’una è che essendo un modello d’ottimo realismo finale e di facile assemblaggio è molto adatto anche ai modellisti alle prime armi. Il soggetto tra l’altro è tra quelli italiani più interessanti anche per gli appassionati stranieri e non resta che augurare alla Doc Models il successo che giustamente merita. .
Una curiosità : in alcuni reparti, le blindo venivano denominate in codice "pellicani"
Bibliografia : - La meccanizzazione dell’esercito fino al 1943 – SME 1989 - Storia Militare – nn. 1 e 2 Novembre 1993, Albertelli Editore - Italian Fighting Vehicles of WW II – Ground Power n. 15 – agosto 1995 - Delta Publishing - Autoblindo AB 41 & AB 43 – Armor Photogallery 8 – Model Centrum PROGRES, 2004 - Autoblindo AB 41 & AB 43 – Auriga Publishing 2005 - Italian Armour in German Service 1943-1945 – Mattioli 1885 – 2005 torna a RECENSIONI