UNO DEI TANTI GIORNI DI GUERRA CHE NON RIESCO A DIMENTICARE……
 
-  24 novembre 1942  -
 
In quel periodo ero marconista operatore della 48^ Squadriglia del 32° Stormo di base a Ciampino.
Con i nostri S.M. 82 (trimotori da trasporto – velocità di crociera 200 km orari) facevamo spesso missioni di aviotrasporto Castel Benito – Aeroporto di Tripoli.
Il 24 novembre del ’42 il tempo era bello, la visibilità ottima ed il caldo sole della Sicilia sembrava volerci incoraggiare in quei difficili giorni….. La nostra formazione era composta da sette apparecchi, avevamo il compito di trasportare in Africa bersaglieri in pieno assetto di guerra. Ordini e contrordini si erano susseguiti prima della partenza : era stata segnalata la presenza di caccia nemici, e la nostra missione si preannunciava particolarmente critica.
Per evitare la caccia inglese da Malta, la nostra rotta venne modificata e sorvolammo le coste della Tunisia. Eravamo pronti alla partenza…… mi guardai attorno : decine di ragazzi della mia età correvano e si disponevano ai propri posti, ogni muscolo del nostro corpo era contratto, la nostra espressione tesa, e nel trambusto che precedeva il fatidico momento del decollo, un’immagine….due ragazzi dell’equipaggio dell’S.M. 82 accanto al nostro, il marconista e l’armiere, piangevano calde lacrime, che avevano il sapore del presagio…… Con quell’immagine negli occhi e l’angoscia nel cuore, salii a bordo dell’aereo e partimmo.
La formazione non era serrata e i velivoli viaggiavano distanti l’uno dall’0altro. Il mio aereo ed un altro erano gli ultimi della formazione; all’improvviso scorgemmo le sagome di tre P 38 “Lightning”, bimotori americani a doppia fusoliera con velocità tripla della nostra, che mitragliavano alcune nostre autocolonne in marcia. Decidemmo di effettuare una rapida inversione di rotta per atterrare all’aeroporto di Sfax che avevamo sorvolato da poco. Purtroppo uno dei tre caccia ci piombò addosso e scaricò le sue micidiali raffiche di mitragliatrice sul velivolo che ci precedeva. Il nostro aereo riuscì ad atterrare, seppur rovinosamente e senza nemmeno tirar fuori il carrello, ma senza danni per l’equipaggio ed i bersaglieri che trasportavamo. L’altro apparecchio, colpito in pieno, precipitò sradicando una ventina di alberi d’ulivo, poi prese fuoco. Un bersagliere era rimasto con un piede incastrato sotto il velivolo e morì tra le fiamme. Gli altri bersaglieri riuscirono ad allontanarsi ma tutti avevano tremende ustioni al volto e alle mani e molti di loro erano stati colpiti dai proiettili della mitragliatrice. Il motorista era stato colpito da una raffica di colpi al fianco destro….riuscì a percorrere solo qualche metro, poi si accasciò al suolo senza vita. L’immagine dei due ragazzi in lacrime prima della partenza mi squarciò la mente in un istante….. li cercai affannosamente ed infine li vidi : il marconista e l’armiere erano ancora lì. Non avevano nemmeno avuto il tempo di provare a mettersi in salvo. Con i loro corpi avevano fatto da scudo ai due piloti, che erano praticamente illesi, ma dei due ragazzi restavano solo dei resti carbonizzati. Niente più lacrime nei loro occhi, mai più…..
 
Noi scampati fummo ospitati in un albergo di Tunisi. Ero scosso, esausto, ed il sonno che mi confortò quella notte fu, per fortuna, senza sogni…… Al mio risveglio ero ancora confuso e spaesato. Mi trovavo in un letto immacolato e avevo un cuscino imbottito di piume d’oca. Un cameriere in giacca bianca mi servì una buonissima colazione…. Era come a casa : un morbido letto, la colazione che mi portava la mamma…. Tutto normale, tutto era consueto per me…… ma con il peso di ciò che avevo appena vissuto, per qualche istante pensai di non essere sopravvissuto alla tragedia e di aver raggiunto il paradiso…….
In seguito fummo ospitati in una scuola italiana. Avevo 21 anni, ma entrai in un’aula e mi sedetti ad un banco come uno scolaretto. Una maestria mi vide, e con aria sorpresa, mi sussurrò : “ Com’è piccolo lei !” Poi mi prese per mano e mi accompagnò in una sorta di ripostiglio pieno di cassette di arance. Ero ancora stordito e scioccato per quello che era accaduto….. mi limitai a prendere due grosse arance e tornai al mio posto. Ne ricordo ancora il profumo, che sapeva di cose semplici e buone.
Il giorno dopo un aereo venne per imbarcare i superstiti e ci riportò alla base.
 
 
                                                                                       Antonio Mazzeo   
 
 

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